Disquisire stamane
sul dire e fare umano
sembra sciupio d’attimo
che si sprecherebbe d’inutile
mentre distesa di me stessa
sembra solo perchè esiste
il miglior raggio d’obiettività
che mi compete d’elevazione
nell’esser io colma di profusione.
E’ inspiegabile il fiotto d’esistenza
che s’intreccia d’assuefazione
come esser insieme al creato
perpetuo divenire cangiante
nell’accettazione d’attimo
che s’avvicina all’eterno.
E’ un eterno umano
che mi piega alla consapevolezza
d’accettare il mio io
quello che balza dalla fatica
d’aver trovato forse
quella misura d’arresa
a tutto ciò che per me scopro
senza la parola “sconfitta”
che si presuppone appartenere
a chi è così tacito di corsa
non perchè non c’è la propensione
ai cambiamenti interiori impulso
ma…non mi chiedo l’inutile
quando la vita cambia se tu cambi
…essendone specchio.
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